venerdì 30 gennaio 2015

Dylan Dog 341 Al Servizio Del Caos - La misera del caos

Ho letto per la prima volta un Dylan Dog verso i 7 anni probabilmente e non ne ero rimasto particolarmente contento: certo i toni horror e onirici della storia mi avevano catturato ma il finale straniante, caratteristica di molti albi dell'indagatore dell'incubo, mi aveva solo confuso.
Ho ripreso nuovamente un albo quando avevo 14 anni e oltre al finale straniante che continuava a non piacermi, perchè non ne capivo il senso, stavolta mi ero scontrato con un qualcosa che non convepivo: come faceva il mondo a continuare, sul finale della storia, normalmente dopo che un evento così strano e grosso, anche se ripreso per poche vignette, era stato mostrato a tutti.
Certo magari non vedevamo un telegiornale che ne parlava ma mi sembrava scontato che un qualcosa di così strano non fosse sulla bocca di tutti.
Insomma non amavo Dylan Dog quando i suoi misteri finivano su scala globale e poi sparivano completamente: per me Dylan dava il meglio nei casi piccoli, strani che magari non facevano troppo rumore ma erano inquietanti e plausibili.
Iniziando il nuovo ciclo di Recchioni, quindi, mi aspettavo e speravo in un Dylan si più moderno ma anche più piccolo e grande allo stesso tempo.
Se le prime storie, tolta l'ultima per via di un finale sbrigativo, mi erano piaciute Al servizio del caos era il numero su cui puntavo di più: con Recchioni ai testi e l'arrivo di un nuovo personaggio lo spettacolo era assicurato.
Così ieri corro in edicola e oggi leggo il numero: Recchioni c'è, Dylan c'è, Ghost c'è ma dov'è finito il piccolo plausibile?
Dopo una breve presentazione d'effetto entriamo nel vivo della storia: scopriamo che John Ghost possiede una multinazionale enorme che ha sedi in tutto il mondo e all'uscita del loro nuovo telefono, in pratica il nostro Iphone, chiunque lo possiede viene aggredito e ucciso.
Ghost quindi chiama Dylan per risolvere il mistero di queste aggressioni e dopo alcune indagini scopriamo che il problema è il telefono stesso, creato da una grandiosa riproduzione di Alan Moore che vive nella villa Skyfall di James Bond, che in realtà è un oggetto magico.
Dylan nel finale si scontrerà con Ghost e infine avremo un ennesimo colpo di scena ma il problema viene prima: Dog incontra una folla di persone, con il cellulare attaccato all'orecchio, che sono palesemente zombi in un quartiere di Londra mezzo distrutto.
Ora questo, unito a tutte le aggressioni riprese più volte dai telegiornali, non desterà i dubbi di qualcuno?
L'azienda di John può fare quello che cazzo vuole a caso?
So chi c'è dietro a lui ma davvero tutto si risolve cosi?
Andiamo due pagine dopo era tutto a posto.
Insomma un modo semplicissimo per rovinare una grande storia.
Addio per ora e grazie a Pazuzu.

#DylanDog
#JohnGhost
#Recensione

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