venerdì 4 marzo 2016

Agent Carter 2 - Fatti sotto Daredevil








Lo scorso 10 Aprile, grazie a Netflix e su Netflix, Daredevil arriva nelle nostre case e viene, quasi subito, eletto come uno dei migliori prodotti, se non il migliore, provenienti dalla Marvel: lo stile noir, la violenza poco edulcurata e la perfezione del prodotto sono alcuni dei suoi tanti pregi.
Purtroppo però, principalmente perchè è stato preso sotto gamba, c'è un'altra serie, uscita anche prima, ad essere molto vicina a Daredevil per qualità che non è stata minimamente guardata dal pubblico e, ancora adesso proprio per questo motivo, rischia di non arrivare ad una terza stagione: Agent Carter.

Inizialmente, devo ammetterlo, avevo evitato Agent Carter perchè, come tutti visti gli ascolti, non avevo il minimo interesse in una serie del genere: il primo film di Captain America non mi era piaciuto e la stessa Peggy Carter non mi aveva detto nulla.
Per di più avevo già avuto una brutta esperienza con la prima stagione di Agent Of SHIELD e, forse proprio per questo, non sentivo nessun bisogno di mettere ancora a dura prova la mia fiducia verso mamma Marvel.
Tuttavia d'estate, tra una comedy e l'altra, il tempo a casa era molto così gli diedi un'occhiata e, in poco tempo, anche se non ero ancora sicuro di quello che avrei visto, guardai tutti gli episodi della prima stagione di Agent Carter rimanendone piacevolmente impressionato: non mi ero ritrovato davanti una serie di supereroi senza supereroi o una scialba storiella in costume ma una vera e propria spy story più vicina ad un film di OO7 che ad Agent Of The SHIELD.
Agent Carter non solo aveva un cast di personaggi fantastico e consapevole ma gli autori stessi sapevano di che cosa stavano parlando e sapevano come parlarne.
Così quando venni a sapere di una seconda stagione fui molto contento: Peggy Carter non aveva ancora deciso di abbandonarmi e io avrei continuato ad accompagnarla.

Detto questo chiariamo subito una cosa: se reputo la prima stagione di Agent Carter quasi perfetta non posso dire lo stesso della seconda stagione che è finita alcuni gradini sotto.
Il fatto di preferire la prima alla seconda, di non ritenere quest'ultima tanto bella quanto la prima è principalmente un problema di tempistiche e di scrittura non di attori: questi sono stati perfetti in ogni singola scena.
Così come accadeva un anno fa Hayley Atwell interpreta Peggy Carter, James D'Arcy interpreta il maggiordomo di casa Stark Jarvis e insieme a loro tornano tutti i vecchi comprimari uno più bravo dell'altro, tutti in parte e in grado di rafforzare il proprio personaggio e i vari rapporti: la terza stagione di Agent Carter potrebbe essere tremenda ma difficilmente il pubblico si stancherebbe di questi personaggi così ben caratterizzati.
I capi saldi della serie, chiaramente, sono i due protagonisti che in coppia o divisi o mentre intrecciano altri rapporti non fanno mai un passo indietro, riescono sempre a sorprendenti e sono davvero da premiare.
La Atwell specialmente, che è entrata da tempo nel mio cuore, con questo personaggio ha trovato una simbiosi fenomenale e la stessa amicizia tra lei e D' arcy, dentro e fuori dallo schermo, più l'aggiunta della bellissima e dolcissima moglie di Jarvis che difficilmente scorderò non solo rafforza entrambi ma rende tutto il resto più convincente, migliore.
Insieme a loro, quest'anno, entrano in scena nuovi personaggi come  Whitney Frost e Joseph Manfredi interpretati perfettamente da Wynn Everett e Ken Marino: credo che sia una cosa molto difficile interpretare personaggi non propriamente cattivi ma senza scrupoli perchè sono, più precisamente, mossi da un determinato motivo peccato che i due lo facciano magnificamente.
Come potete vedere e come ho già detto non sono gli attori il problema di questa seconda stagione e, forse, neanche la scrittura della storia in sè ma questa stessa unita ad una tempistica dell'intera avventura non proprio corretta.
Guardando questi dieci episodi infatti vi ritroverete almeno due o tre volte a percepire un gran finale, questo arriverà solo nel decimo episodio, tuttavia è come se già in due occasioni precedenti la storia potesse esaurirsi e, invece, gli autori avessero deciso di portarla avanti per colmare quel gap di dieci episodi.
Questo continuo rimando inizialmente non si sente tuttavia si rimane, almeno per me, pesantemente colpiti guardando l'ultima puntata che si divide in due tronconi fondamentali: nei primi veni minuti i nostri eroi riescono a risolvere la situazione di pericolo, in un modo completamente privo di climax, e nella seconda parte dell'episodio si vanno mano mano a chiudere tutte le storie lasciate aperte dando un finale completo all'intera serie se mai non ci sarà una certa stagione.
Certo, alcune cose mi lasciano ancora perplesso, come per esempio il flirt possibile tra Jack e Peggy che sparisce dopo la prima stagione tuttavia solo questa stranezza nelle tempistiche viziata, ne sono quasi certo, da un numero troppo alto di episodi fa decadere una stagione che si era trovata al livello della prima per molto tempo e che ci era riuscita a dare momenti molto forti dal punto di vista emozionale come, infondo, era già successo precedentemente.

Quindi Peggy, se è finita qui e non tornerai, ti voglio bene, grazie di tutto.

Alla prossima!

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