venerdì 29 luglio 2016

Stranger Things - Piccole gemme anni 80






Non sono mai stato un fan dei film anni 80.
Non ho mai amato i gruppi di bambini che risolvevano i casi nè gli stupidi adulti che cercavano di fermarli perchè si rifiutavano di capirli.
Non so quale fosse il problema, so solo che non trovavo il gruppo particolarmente simpatico, normalmente si parla di bambini petulanti, e vedere continuamente adulti ciechi e idioti mi snervava terribilmente.
Per di più, questi film, finivano sempre in un unica maniera: i ragazzini risolvevano il problema, qualsiasi questo fosse.
Scusate se sono un po' cinico ma la realtà non va così e, il tutto, mi rendeva ancora più difficile digerire i film del genere.
Stranger Things, ultima serie originale Netflix uscita in ordine di tempo, è un tributo, una citazione continua a questi film sin dal poster, che ho messo come copertina dell'articolo, e di conseguenza non dovrebbe essermi piaciuto no?
Ecco, sbagliato: Stranger Things mi è piaciuto tantissimo.

L'ultimo prodotto del colosso dello streaming online non è solo un tributo a tutti i film del tempo ma è anche un' evoluzione di questo genere ed è un'evoluzione intelligente.
Magari non lo dimostrerà sin dai primi episodi, quelli sono molto in linea con il genere, tuttavia a lungo andare la serie cresce, si espande, evita i soliti clichè, li sovverte e si stacca dal suo genere di appartenenza diventando qualcosa di più.
Stranger Things riesce nell'epoca dei revival a centrare l'obiettivo senza problemi senza però limitarsi al compitino sorprendendo piacevolmente qualsiasi tipo di spettatore.

La serie scritta e prodotta, in parte, dai fratelli Matt e Ross Duffer, menti geniali che fortunatamente sembra che sappiano già che cosa ci aspetta in una possibile seconda stagione, ha come protagonisti, non solo, il solito gruppo di ragazzi sfigati con il cuore d'oro ma anche un quartetto di adulti e adolescenti che agisce diviso in due coppie.
Le storie di questi tre piccoli gruppi per tutta la serie si muovono indipendentemente le une dalle altre, in modo parallelo e solo negli ultimi episodi si intrecciano rivelando il quadro finale della storia e portandola a compimento lasciando però fortunatamente o sfortunatamente, ancora non lo sappiamo, la porta aperta per un seguito.
Seguito ancora in forse ma probabilmente quasi confermato visto il successo dell'intera operazione, successo arrivato anche grazie ad un ottimo lavoro da parte degli sceneggiatori.
Normalmente, in queste sceneggiature, c'è sempre bisogno di un personaggio stupido che mandi avanti la trama in qualche modo idiota, c'è sempre bisogno di una scusa e poche volte i personaggi si muovono intelligentemente ma la bellezza di questa serie è proprio nella mancanza di " stupidi al comando ".
Mi spiego meglio: non c'è un personaggio, neanche uno, che non sappia che cosa sta facendo, perchè lo sta facendo e a chi lo sta facendo.
Tutti i protagonisti della serie si muovono come dovrebbero, come farebbero nella realtà e il tutto migliora l'esperienza in modo sostanziale.

Se il gruppo di ragazzi è tutto particolarmente bravo perchè in grado di essere naturale e mai stupido o fastidioso, una su tutti la giovanissima Millie Bobby Brown chiamata Undici dal gruppo per via del suo passato e delle sue " parole " , vero motore della storia, la palma d'oro va a entrambi gli adulti: Winona Ryder e David Harbour.
Winona dovrebbe essere la madre distrutta dalla sparizione del figlio, la donna piena di speranza ma incapace di muoversi per il dolore tuttavia il suo personaggio non si ferma li e più di una volta vediamo questa donna andare avanti, cercare tutte le risposte possibili e mostrare un grandissimo coraggio e un amore sconfinato capace di toccare anche il cuore più duro.
Harbour invece interpreta lo sceriffo della città che ha già perso qualcuno e non riesce ad andare avanti, un clichè su due gambe qualcuno direbbe, peccato che l'intera storia lo porti ad evolversi, lo approfondisca e ci lasci, negli ultimi episodi, un uomo pieno di risorse, in grado di risolvere la situazione e capace di superare il proprio dolore.
Come ho già detto però è tutto il gruppo a portare avanti la storia, ad essere completo e privo di problemi e l'unica cosa che, probabilmente si può dire a qualcuno di loro è che non hanno esperienza ma hanno, sicuramente, il talento.

Stranger Things è un passo avanti rispetto al passato, molto vicino al futuro che vorrei sempre vedere ma, fortunatamente, è anche capace di farmi guardare al passato portando una persona che non ama i film anni 90 del genere a rivederli tutti.

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Alla prossima!

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